di CittaOggiWeb
Lo studio, del Wake Forest Baptist Medical Center Meditation: le tecniche di rilassamento anestetizzano le sensazioni dolorose
Apprendere le tecniche del rilassamento aiuta - in una sola ora - a "spegnere" le sensazioni dolorose dal 40% al 57%. Almeno secondo i ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center Meditation, che hanno condotto uno studio.
La ricerca ha osservato 15 volontari sani, vergini di attività meditativa. Il gruppo ha seguito quattro lezioni di 20 minuti ciascuna per apprendere la tecnica di attenzione focalizzata, una forma di meditazione in cui si è invitati a concentrarsi sul proprio respiro distraendosi da pensieri ed emozioni.
L’attività cerebrale dei volontari è stata controllata prima e dopo le lezioni attraverso la risonanza magnetica ASL, una particolare tecnica di visualizzazione che rileva processi cerebrali di più lunga durata rispetto a quella standard.
Durante la scansione, un'apparecchiatura posta sotto una gamba dei soggetti produceva per 5 minuti calore che raggiungeva i 50°, causando dolore su una zona della pelle.
Le scansioni successive alle sedute di meditazione mostravano una riduzione del livello di dolore provato dai volontari compresa l'11 e il 93 per cento: un notevole effetto analgesico, dunque.
In particolare, le osservazioni hanno evidenziato una diminuzione significativa dell'attività della corteccia somato-sensoriale, area fortemente coinvolta nella genesi della sensazione di dolore.
Lo studio ha, inoltre, mostrato che la meditazione aumenta l'attività in altre aree, fra cui quelle del cingolo anteriore, dell'insula anteriore e della corteccia fronto-orbitale.
"Quanto più queste aree erano attivate, quanto più risultava ridotta la sensazione di dolore”, spiegano gli esperti. Questo perché “tutte queste aree plasmano il modo in cui il cervello costruisce l'esperienza del dolore a partire dai segnali nervosi provenienti dal corpo”, concludono i ricercatori.
Una delle ragioni per cui la meditazione può essere così efficace contro il dolore, quindi, è il suo agire a più livelli e non, piuttosto, su una singola regione del cervello.
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