di Antonia Roberti
La Socioterapia, ambito professionale che deriva dalla
Sociologia Clinica, si è sviluppata come un’insieme eterogeneo di interventi
basati sull’interazione tra più persone, gruppi o collettività ritenute in
difficoltà. Storicamente, questo approccio è stato utilizzato soprattutto negli
ospedali psichiatrici, quando ci si è accorti degli effetti devastanti che
creava la concezione statica e custodialistica di tali istituzioni. Infatti, la
permanenza prolungata in tali luoghi di cura sviluppava nei pazienti una vera e
propria identificazione con il sistema, che impediva loro qualsiasi forma di
recupero spontaneo. La Socioterapia, introducendo nuove possibilità d’intervento
affidate ai pazienti stessi, evidenziò una serie di strategie volte al recupero
e al potenziamento della parte “sana” dell’individuo problematico.
Sicuramente la manifestazione più significativa di questo
indirizzo risale alla “Comunità Terapeutica” realizzata da Maxwell Jones in
Inghilterra nel 1940. Essa si fondava su una condizione di perfetta uguaglianza
dei membri dell’istituzione ospedaliera, medici, infermieri, terapeuti e
pazienti, affidando a quest’ultimi un ruolo attivo nella dimensione del
trattamento e favorendo così un rapporto continuato e dinamico tra individuo e
individuo e tra individuo e comunità. Esempi di questo genere di trattamento
possono ritrovarsi nel concetto di terapia occupazionale (basata su attività
lavorative controllate), di ludoteca (strutturata sulle possibilità soggettive e
personali del singolo e/o del gruppo attraverso il gioco), di laboratori
(organizzati per far emergere l’espressività figurativa e plastica dei
partecipanti). In questo modo, il recupero si strutturava non più soltanto sulla
base di interventi specialistici, ma anche sulla libera espressione del soggetto
problematico che, costruendosi un’autonomia gestionale e risolutiva, era in
grado di accelerare il proprio processo di reinserimento funzionale nella
società.
La malattia mentale veniva perciò esaminata e studiata
considerando ogni componente biologica, personale e sociale, attraverso un
intervento sistemico e globale capace di leggere la realtà di ogni soggetto
nella sua complessità esistenziale ed evolutiva.
Attualmente, la Socioterapia si applica in maniera efficace a
qualsiasi contesto psicologico, psicoterapeutico, socioanalitico e d’aiuto.
Assume grande rilievo negli interventi di Counseling intesi come sistemi di
recupero autonomo del cliente che non viene più considerato come un paziente da
curare, ma come una persona capace di recuperare soluzioni spontanee per
superare specifici disagi emotivi. Infatti, attraverso un processo di autoaiuto,
il Counselor incentiva un’evoluzione dell’organizzazione psichica del cliente,
che diventa risorsa di se stesso per la gestione delle problematicità riportate
nel setting.
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