martedì 8 luglio 2014

Arteterapia e sociologia visuale in demenza


Pubblicato da Dr Zuleyka Zevallos in SociologyAtWork (> English version)  
Traduzione di Franco Pellizzari 

http://www.alzheimer-riese.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3170:arteterapia-e-sociologia-visuale-in-demenza&catid=55:esperienze-e-opinioni&Itemid=236 



   Il collegamento tra l'arte e la salute mentale é chiaro nelle attività di sensibilizzazione della Settimana della Demenza in Australia, quando diverse gallerie e gruppi di comunità artistiche supportano eventi diversi. Ad esempio, l'Arts Health Institute ospita le attività del Newcastle Museum and Art Gallery. La Galleria Nazionale del Victoria ospita dei giri guidati sull'arte e la memoria.

   L'Alzheimer's Australia sta portando in giro la mostra fotografica della sociologa Cathy Greenblat dal titolo Amore, Perdita e Risate: Vedere la Demenza in modo diverso. Questo lavoro comprende fotografie di pazienti affetti da demenza, dei loro caregiver e famigliari. Ci sono anche le foto che documentano come sono usate l'arte e la musicoterapia nel trattamento della demenza.

   L'arteterapia è un settore multidisciplinare con risultati dimostrati applicati alla salute. La sociologa Phyllis Braudy Harris dimostra che i trattamenti medici della demenza si concentrano sul deterioramento fisico. Questo quadro di perdita influenza negativamente i pazienti affetti da demenza, che dicono di aver bisogno di aiuto per convivere con la loro malattia. La sociologia può affrontare questo problema, riconoscendo e valorizzando le esperienze soggettive delle persone affette da demenza. Scrive la Harris: "L'esperienza della persona con demenza è, per sua natura, un'esperienza mutevole, complessa, confusa, onnicomprensiva, e che cambia la vita colpendo l'auto-identità, le relazioni sociali, fisiche, cognitive e il funzionamento mentale, la comunicazione, la spiritualità, i problemi dell'autonomia e, soprattutto, la sensazione di essere accettati come pienamente umani".

   La Harris osserva che i malati di demenza hanno molto da dare attraverso la conoscenza impersonificata di questa malattia, così come aiutando gli altri come volontari o con altri contributi. Studi sociologici hanno dimostrato che l'arteterapia ha benefici positivi sulla salute mentale tra i gruppi vulnerabili. L'arte, il teatro, la danza e la musica aiutano i gruppi di supporto comunitario, i cui membri non trovano utilità nel parlare o dove parlare è per altri aspetti difficile.

La sociologia visuale per la demenza 
   La Greenblat ha un legame personale con la demenza. Entrambi i suoi nonni materni e sua madre avevano l'Alzheimer. Lei era stata "Artist in Residence" nella catena di ospedali universitari di Nizza in Francia. E' stata professore di sociologia alla Rutgers University per oltre 35 anni e ha fatto la fotografa negli ultimi dieci anni, dopo la pensione. Ha esposto varie opere fotografiche su demenza e invecchiamento, e pubblicato libri con le sue foto.

   La collezione attualmente in tournée in Australia comprende più di 85 foto scattate in USA, Francia, India, Giappone, Repubblica Dominicana, Canada e Monaco. L'obiettivo della Greenblat è aiutare gli altri a capire la progressione della demenza. Essa cerca anche di riflettere sulle diverse esperienze di persone che vivono con questa condizione.

   L'Alzheimer's Australia scrive: "La mostra propone una nuova visione della demenza e dell'assistenza, sfidando l'opinione che le persone con condizioni cognitive legate all'età siano "perse", "gusci vuoti", "non più presenti". Illustrando le storie di coloro che vivono con la demenza attraverso le immagini, la mostra comunica che la vita continua dopo la diagnosi di demenza e che le persone con demenza continuano ad avere bisogno di interazione e impegno sociale più o meno allo stesso modo di chiunque altro".

La fotografia della Greenblat può essere vista contemporaneamente come una forma di Sociologia Visuale e come pratica sociologica applicata. Questo termine descrive la rappresentazione visiva dei dati o delle conoscenze sociologiche. La Sociologia Visuale non riguarda l'analisi dei media, oppure di altre immagini; cioè criticare una fotografia o un video non è compito della sociologia visuale.

   La Sociologia Visuale è sia un insieme di teorie che di metodologie utilizzate per trasmettere idee sociologiche. Questo significa che un sociologo deve produrre immagini (video, foto e così via) nell'ambito della sua critica sociologica, della valutazione o dell'analisi dei fenomeni sociali. La Sociologia Visuale deve quindi fornire una rappresentazione non testuale di un problema sociale, come principale prodotto o risultato della ricerca.

   La formazione di un sociologo, spesso discussa come la nostra immaginazione sociologica, ci fornisce una lente attraverso la quale osservare il mondo. Ciò che vediamo non è ciò che gli altri vedono. Come ha scritto Peter Berger, un sociologo, "la prima saggezza della sociologia, è che le cose non sono quello che sembrano". La Sociologia Visuale sta nell'applicare lo sguardo sociologico durante la registrazione di fenomeni sociali. Le fotografie della Greenblat sono un esempio di questa sociologia visuale.

   In alternativa, la sociologia visuale comporta che un sociologo elabori uno studio o un programma in cui i suoi clienti o partecipanti producono immagini come risultato della ricerca o del programma. L'arteterapia è un esempio di Sociologia Visuale, dove un sociologo ha ideato un programma di salute. In questo caso, la sociologia applicata può dare molto alla comunità e alla salute pubblica. 

La sociologia applicata alla demenza
   I problemi di sesso, razza, sessualità ed età sono importanti in un contesto sanitario applicato. Non si tratta solo di individuare i problemi, ma di affrontarli in un modo pratico aiutando le persone a svolgere il loro lavoro quotidiano in modo più produttivo. Questo lavoro deve massimizzare i benefici per la salute dei pazienti, delle famiglie, dei lavoratori e delle parti interessate.

   Nel caso dei programmi di arteterapia, dal 70% al 95% degli arteterapeuti in diverse parti del mondo sono donne bianche e la maggior parte dei loro clienti presumono che siano eterosessuali. Questo rende l'arteterapia uno spazio culturalmente carico, lo stesso di qualsiasi altro campo sociale. La ricerca mostra che quando una donna bianca ha il controllo sul corpo di un uomo nero ci saranno diverse ramificazioni storiche e culturali per il paziente e il terapeuta. Allo stesso modo, avere un giovane omosessuale che insegna arte a pazienti più anziani affetti da demenza, presenta altri problemi che devono essere gestiti attivamente.

   In diverse fasi della malattia, i pazienti affetti da demenza hanno tempi di buona lucidità. Altre volte, la perdita delle capacità cognitive, linguistiche e fisiche può portare a confusione o per altri aspetti complicare la comunicazione. Questo non significa necessariamente che un malato debba lasciar andare completamente le sue preferenze personali, i pregiudizi e le idee di benessere sociale.

   Per un sociologo concepire o supervisionare un programma di arteterapia per la demenza è inestimabile. I sociologi applicati sono particolarmente ricettivi alle intersezioni tra potere, esperienza di vita ed identità. Il lavoro di un sociologo applicato è far funzionare bene l'arteterapia per i clienti ed i caregiver, senza ignorare la realtà dei rapporti sociali.

   I sociologi applicati possono aiutare a navigare tra le questioni socio-culturali, fornendo un'arteterapia che affronta le disuguaglianze e le divisioni sociali. I sociologi applicati possono anche aiutare a formare gli operatori sanitari e le famiglie di supporto a connettersi meglio con i malati di demenza attraverso una guarigione centrata sull'arte.

   La mostra della Greenblat è attualmente in Adelaide. Andrà poi a Brisbane e Sydney. Altri esempi di fotografia della Greenblat si possono vedere sul suo sito web.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.