mercoledì 9 luglio 2014

La meditazione non guarirà il cancro, ma sperimentarla sarà utile a tutti noi



   L'oncologo Veronesi parla della terapia tibetana "Tong Len" che - per la prima volta al mondo - sarà sperimentata all'ospedale Bellaria di Bologna a favore dei pazienti oncologici. "Sugli effetti fisici ho molti dubbi ma la psicologia ha una grande importanza nel percorso di cura"

di ROSARIO DI RAIMONDO
   "La sperimentazione della meditazione tibetana nei malati oncologici è un’ottima decisione": il placet giunge da un’autorità indiscussa in campo oncologico, il professor Umberto Veronesi, ricercatore di fama mondiale che ha dedicato la vita alla lotta contro il cancro. Dagli studi sui tumori mammari alla creazione dell’Istituto europeo di Oncologia, dai contributi ripresi dall’intera comunità scientifica alla parentesi politica prima come ministro della Salute e poi come senatore, ha trascorso oltre mezzo secolo nella sanità.

   Nei giorni scorsi ha letto della sperimentazione che partirà a febbraio all’Irccs Bellaria, dove il dottor Gioacchino Pagliaro, primario di Psicologia clinica, porterà avanti uno studio sugli effetti della terapia “Tong Len” sui malati oncologici. E sperimenterà la pratica della meditazione su quaranta pazienti, valutando se a distanza di 3 e 5 anni ci saranno differenze con le altre 40 persone che invece non parteciperanno al test, in modo da valutare le eventuali differenze.

   Uno scienziato che è abituato a confrontarsi con la realtà della malattia e con la sofferenza delle persone non può certo sbilanciarsi sugli esiti di una sperimentazione, soprattutto in mancanza di letteratura scientifica a riguardo. Ma sull’importanza della decisione dell’Ausl di Bologna, Veronesi non ha dubbi: "La psicologia ha un ruolo fondamentale nel processo di guarigione. Da senologo, dico sempre che non basta togliere il cancro da una mammella, bisogna saperlo togliere anche dalla mente".

   Secondo il professore, però, i benefici della meditazione si potranno ottenere soprattutto sul piano psicologico: "Circa gli effetti fisici ho molti dubbi. Ritengo improbabile che conduca alla regressione o all’arresto della malattia". Però, aggiunge, "la psiche, e dunque la psicologia, ha una grande importanza nel percorso di cura, ha un ruolo fondamentale nel processo di guarigione. Certamente una condizione di benessere psichico facilita le cure, aumentando l’adesione del malato alle indicazioni terapeutiche".

(12 gennaio 2013)

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