Il Sociologo Clinico


© by René Manusardi
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Il Sociologo clinico, un esperto per le professioni di successo 
La ricerca di un “guru” capace di orientare i professionisti di successo – quali sono appunto gli operatori dei settori bancario, finanziario e assicurativo – ad un futuro di business e ad alti livelli di carriera, sembra essere una costante immutata nel tempo di tali segmenti professionali. Senza entrare ovviamente nel clima mefistofelico postulato da certa cinematografia e bypassando volutamente le opportunità offerte dalla catena gerarchica aziendale, nondimeno la spasmodica ricerca di una persona speciale in grado di insegnare la via verso il potere, la strada del successo e, soprattutto, il modo di prevedere il futuro, restano una sorta di tendenza e un cliché del middle and high management delle professioni dedite agli investimenti.

Qui, senza la preoccupazione di scadere nel ridicolo e, forse, per surrogare il bisogno religioso insito nell’animo umano, ecco influenti capitani d’industria e imprenditori, modesti manager e agenti di borsa recarsi più o meno nascostamente da chiromanti, cartomanti, maghi o da più seri rappresentanti della kabbalah, al fine di acquisire la via verso il potere e con esso il dominio del denaro e del futuro. Oppure, se educati alla superiore cultura delle multinazionali, ecco dirigenti e quadri aziendali cimentarsi individualmente o in team work sotto la guida di esperti coach, counselor, esperti di pensiero positivo e di intelligenza emotiva oppure confrontarsi con psicologi aziendali, esperti di scienze della comunicazione, sociologi dell’organizzazione, con il fine di riappropriarsi della salute individuale e di realizzare un’autentica armonia aziendale.

Diciamo che all’interno di queste due tendenze esistenziali, a volte abilmente mescolate e più spesso radicalmente opposte, si trova il perpetuo fluire del comportamento umano nei confronti delle incognite dettate dal futuro, un comportamento teso tra la speranza di un aiuto proveniente dall’alto e la necessità inderogabile di moltiplicare sforzi ed energie per realizzare la propria affermazione sociale. È in questa concretissima seconda prospettiva, basata sullo sforzo personale guidato da un esperto al fine di realizzare un sicuro successo professionale, che possiamo intavolare un discorso ed offrire una presentazione del sociologo clinico quale specialista delle professioni dedite agli investimenti finanziari.

La Sociologia clinica

La Sociologia clinica, pur vantando un inizio glorioso in America negli anni ’20 e la sua affermazione negli anni ’30 del ventesimo secolo quale analisi e proposta terapeutica di intervento nei confronti del disagio sociale e della criminalità, comincia ad essere conosciuta in Italia solo nei primi anni ’90 del secolo scorso. Il crollo del socialismo reale, la crisi del pensiero freudiano, il dilagare dell’inquinamento ambientale e urbano, l’isolamento sociale favorito dalla capillare diffusione del personal computer, spingono i sociologi di quel periodo ad identificare una nuova forma di conflitto sociale non più su base classista ma di autodemolizione delle strutture sociali stesse a partire da una fragilità strutturale dell’essere umano, proponendo adeguate soluzioni terapeutiche di tipo socioclinico. Tale conflitto, di ordine intrasociale ossia che trova il suo punto focale all’interno della persona stessa e del suo nucleo familiare, viene denominato in ambito psichiatrico e psicologico come sindrome da stress, mentre nel campo sociologico è definibile come conflitto intrasociale da stress proprio per identificarne maggiormente la caratteristica di disgregazione e di autodemolizione sociale.

Anche se il termine clinica risultava a quei tempi troppo ospedalizzato e veniva quindi timidamente celato (anche se kliniké indica sostanzialmente accudire, soccorrere la persona malata o bisognosa), da allora in poi la sociologia italiana trova finalmente anche una sua dimensione terapeutica. Il sociologo, all’interno delle sue abilità sia nel settore pubblico dove viene richiesto come conduttore di equipe multidisciplinari, sia in ambito aziendale dove opera come sociologo dell’organizzazione, è ora in grado di offrire anche interventi socioclinici adeguati nel campo della prevenzione della salute e del trattamento dello stress. Ai nostri giorni il termine clinica ha assunto finalmente un connotato estremamente positivo, se pensiamo ad esempio come esso venga spesso associato a parole legate al wellness quali sono appunto clinica della salute, clinica della bellezza o clinica del benessere. Quindi, oggi parlare di sociologia clinica significa sostanzialmente parlare di una disciplina scientifica votata alla concreta realizzazione della salute e del benessere.

La Sociologia clinica ha generato diverse correnti operative e di pensiero. Al momento attuale, possiamo certamente distinguerle in due orientamenti fondamentali. Il primo riguarda la Socioanalisi e la Socioterapia, le quali pur evitando di sconfinare nell’esercizio delle terapie intrapsichiche consentite ex lege solo a psicologi e psicoterapeuti, tuttavia sono in continuo dialogo teorico coi fondamenti della psicologia freudiana e post-freudiana, postulano quindi una visione binaria corpo-mente riguardo la costituzione dell’essere umano e propongono un sociocounseling di tipo rogeriano. Il secondo orientamento socioclinico è invece rappresentato dalla Sociologia neuromeditativa e dalla Neurosociologia, le quali trovano i loro fondamenti nell’olismo sistemico e nelle neuroscienze, leggono la struttura della persona all’interno del trinomio corpo-mente-coscienza e del cervello sociale, operano attraverso una relazione d’aiuto fondata su tecniche di mediazione sociale e sistemi neuromeditativi, dove per neuromeditazione devono intendersi esclusivamente quelle tecniche di meditazione lungamente vagliate e approvate dalle neuroscienze nel corso degli ultimi cinquant’anni.

La professione del Sociologo clinico

Resta ora da capire come la professione del sociologo clinico possa concretamente interessare e operare a favore dei professionisti degli Investimenti. Quindi risulta necessario capire chi è, cosa fa e dove opera. Il sociologo clinico è il ricostruttore delle relazioni sociali. È un laureato in scienze della società (sociologia, scienze della comunicazione, scienze politiche, scienze dell’educazione), dotato di esperienza, specializzazione e skill in mediazione sociale, neuroscienze e neuromeditazione.

Nell’esporre qui l’indirizzo neuroscientifico a cui apparteniamo, diciamo che il sociologo clinico di orientamento neuromeditativo, conosciuto anche come neurosociologo meditativo, ripristina l’equilibrio personale e le relazioni tra le persone attraverso un rapporto di coaching denominato Relazione di aiuto. Due target distinti di intervento operativo caratterizzano la sua professione. Nel comparto Salute e Benessere, interviene attraverso il training meditativo al common people e alle categorie professionali, per vincere lo stress e riconquistare autonomia decisionale nella conduzione della propria esistenza. Nel settore sociosanitario è attivo per mezzo del supporto socioclinico alla persona fragile, che si caratterizza come accompagnamento esistenziale nei casi di disagio giovanile, vittime del crimine, disabilità, demenze senili, stati vegetativi, end life.

Il neurosociologo meditativo opera quindi in ambito aziendale, manageriale, sportivo, sociale, sociosanitario, attraverso un lavoro one to one e di focus team per ristabilire salute e benessere a livello individuale, interpersonale e comunitario. Le tecniche di meditazione non rappresentano un optional o un valore aggiunto al bagaglio professionale del sociologo clinico di orientamento neuromeditativo, ma sono parte sostanziale della sua formazione. Questo perché egli considera la persona umana come la cellula minor, la prima forma intrasociale che si instaura nelle reali interazioni e nei frequenti conflitti esistenti tra corpo, mente e coscienza. L’uso delle tecniche neuromeditative, promotrici di quiete interiore e di pace sociale attraverso la pratica del silenzio interiore e del risveglio della coscienza, vengono quindi utilizzate per ripristinare l’equilibrio individuale, interpersonale e comunitario.

Un consulente di Benessere per il settore Investimenti 
Per merito delle neuroscienze che ne testano l’efficacia, a partire dal secondo dopoguerra, prima nell’evoluta società nordamericana e successivamente nel resto del mondo occidentale, la meditazione trova applicazione ed esito positivo in campo universitario, imprenditoriale, manageriale, professionale, sanitario, educativo e sportivo. Yoga, zen, tai chi chuan, mindfulness, meditazione trascendentale (solo per citare i nomi più noti) sono le tecniche meditative che hanno lasciato e continuano a lasciare segni di successo professionale e di realizzazione esistenziale a causa della loro validità e, soprattutto, della loro utilità pratica. Il successo delle tecnologie neuromeditative, oggi più che mai trova spazio all’interno dei maggiori colossi internazionali quali Apple, Deutsche Bank, Google, Yahoo, Procter & Gamble, Prentice Hall Publishing, Nike, AOL Time Warner, McKinsey & Co., HBO, solo per citare i più noti.

Parlare di idoneità del neurosociologo meditativo nel perfezionamento formativo del professionista negli Investimenti, significa dare un valore aggiunto alle attività finanziarie, bancarie e assicurative. Il successo dei sistemi meditativi testati neuroscientificamente e adottati con successo nel mondo professionale e nell’equilibrio psicofisico individuale, ci aiuta a suggerire una scelta a favore di essi anche nel settore propriamente economico-finanziario. Questo perché, con la pratica costante della neuromeditazione, vengono sviluppate solo dopo poco tempo di pratica qualità umane e professionali singolari, che per via ordinaria possono essere forse raggiunte dopo decenni di maturazione personale. Tali qualità chiave detti anche effetti primari, possono essere racchiuse in due macroaree o quadranti: quello “esistenziale” e quello “professionale”.

Nel quadrante esistenziale, vengono sviluppate fino al loro pieno compimento: calma interiore, coraggio, determinazione, imperturbabilità, qualità necessarie per l’acquisizione del benessere interiore, del dominio di sé e solido fondamento psicofisico nonché di relazione sociale, utile alle professioni economico-finanziarie. Nel quadrante professionale, gli effetti primari sono il radicamento di una nuova personalità dotata di profonda intuizione, intensa empatia, acuta penetrazione e nitida consapevolezza, qualità intrinseche e necessarie per la sapienza finanziaria e il successo professionale. I due quadranti non sono assolutamente separati e sviluppano qualità umane e qualità professionali in modalità reticolare e interdipendente. Cosicché la crescita di una qualità specifica favorisce anche lo sviluppo delle altre in modo graduale e quasi simultaneo, man mano che l’impegno nei confronti delle tecniche neuromeditative diventa abituale e quotidiano – con il minimo dispendio in termini di tempo, essendo infatti necessari solo 20 min. al giorno di meditazione in un orario fisso o variabile della giornata.

Come ci insegna Daniel Goleman, il persistere contemporaneo nel cervello della presenza di onde alfa anche al di fuori dell’evento meditativo, unito al sincrono acuirsi della capacità di attenzione dentro e fuori lo stesso atto meditativo, permette all’uomo ed esperto nelle professioni finanziarie di vivere quella condizione di vacuum state che lo rende permeabile alle percezioni più sottili e alle sensazioni più sfumate riguardanti ambiente, relazioni interpersonali, strutture mentali individuali, familiari e sociali degli investitori. Inoltre, con un’intuizione acuita ai massimi livelli, l’operatore finanziario aumenta una percezione immediata verso gli investimenti migliori, la volatilità del mercato, le speculazioni borsistiche, armandosi della possibilità di operare strategie e correttivi in tempo reale. Con questo assetto interiore, diventa molto più facile percepire in modo lucido e ad alta definizione, tutta la gamma di varianti dei binomi lecito/illecito e opportuno/non opportuno nella loro globalità e nelle loro infinite sfumature, rispetto all’analisi degli eventi finanziari in corso. Andiamo ora ad analizzare in sintesi le qualità che si sviluppano con la pratica della neuromeditazione, in primis nel quadrante esistenziale e poi nel quadrante professionale.

Qualità neuromeditative per il benessere psicofisico e il dominio di sé

Calma interiore. Aspetti antropologici e sociologici: la calma interiore o quiete è il primo effetto palpabile della pratica neuromeditativa, che si ottiene attraverso un riequilibrio energetico e un progressivo sereno dominio della coscienza sulla mente e sul corpo. L’essere umano ritrova il suo centro antropologico gravitazionale e si apre progressivamente alla relazione interpersonale e sociale, amplificando la capacità di mediazione e quella di costruire legami di collaborazione e di dialogo. Effetto neurofisiologico primario: scarica endorfinica e serotoninica. Utilità professionale: approccio sereno, obiettivo e distaccato nell’analisi di mercato e nel rapporto con gli investitori; programmazione dettagliata e consequenziale delle fasi di una trattativa; capacità oggettiva di revisione e di apporto dei correttivi necessari al buon esito della trattativa.

Coraggio. Aspetti antropologici e sociologici: la pratica della neuromeditazione genera coraggio. L’osservazione del proprio caos mentale in modo distaccato, porta gradualmente ad una profonda conoscenza di se stessi e dei meccanismi del governo psicofisico. L’emotività si acquieta, i fantasmi della mente vengono localizzati e quindi progressivamente espulsi. Da questo costante lavoro interiore emerge il coraggio di lottare contro le proprie tendenze sregolate, coraggio il quale poi emana all’esterno della persona e coinvolge i suoi rapporti sociali e le relazioni interpersonali. Il senso di paura nei confronti degli altri e delle incertezze della vita va sempre più scemando. Si afferma un contenuto di relazione sociale basato su sincerità, umile fierezza, senso della dignità personale, rispetto dell’altro e dei suoi diritti. Effetto neurofisiologico primario: scarica adrenalinica con risposta positiva allo stimolo primario lotta/fuga. Utilità professionale: capacità di svolgere trattative rischiose; conservazione del sangue freddo nel corso delle stesse; audacia nel portare le trattative a compimento.

Determinazione. Aspetti antropologici e sociologici: le tecniche neuromeditative sviluppano la qualità di una forte determinazione. Il lavoro interiore su se stessi e il desiderio di migliorare uscendo dai propri traumi e dai propri deficit, innescano in modo elevato volontà, costanza, tenacia, caparbietà, le quali formano il contenuto antropologico e sociologico della determinazione intesa come resilienza e capacità di rinnovamento personale, comunitario e sociale. Effetto neurofisiologico primario: perfetto equilibrio dei sottosistemi simpatico e parasimpatico del sistema nervoso autonomo. Utilità professionale: capacità di attivare una ferma volontà nelle trattative priva di arretramenti; costanza e tenacia sempre maggiori per la buona riuscita delle trattative; capacità di non arrendersi mai nel caso di trattativa non risolta ed essere costantemente pronti a ripartire con nuovi input e possibili sviluppi della trattativa stessa.

Imperturbabilità. Aspetti antropologici e sociologici: un approdo interessante della neuromeditazione, sotto molti punti di vista ‒ a partire dallo stoicismo greco-classico sino alla letteratura orientale più recente sui samurai ‒, è l’acquisizione della imperturbabilità detta anche impassibilità. La pratica della neuromeditazione, che da un punto di vista sociologico crea persone in cerca di pace, dedite alla pace e in grado di edificare la pace, non può essere disgiunta dalla audacia spinta oltre ogni limite, necessaria, come ad esempio nel caso di Gandhi ad operare una lotta non violenta ed efficace. Infatti, dal punto di vista antropologico, l’acquisizione dell’imperturbabilità genera sopportazione sovrumana del dolore, indifferenza nei confronti della propria sorte, distacco totale dal proprio ego, apatheia o freddezza rispetto alla componente sensitiva, emotiva e sentimentale che viene ridimensionata dai suoi eccessi percettivi e passionali. Effetto neurofisiologico primario: anestesia neuromuscolare provocata da innalzamento della soglia di resistenza al dolore e diminuzione controllata dell’arousal. Utilità professionale: distacco e freddezza nei confronti di possibili effetti negativi relativi a perdite degli investimenti finanziari; capacità di reagire e di reggere al pressing degli investitori; protezione cognitiva ed emotiva nei confronti del disturbo postraumatico da stress.

Qualità neuromeditative per l’analisi finanziaria e il successo professionale

Intuizione. Aspetti antropologici e sociologici: l’intuizione è la qualità principe con cui la coscienza manifesta se stessa attraverso l’istantanea percezione di realtà non ancora manifeste, per mezzo dell’illuminazione e della visione interiore e questo processo è potenziato con la pratica neuromeditativa. Il rilievo sociologico più percettibile dell’intuizione è la capacità di comprensione non giudicante riguardo tutto ciò che è ad extra e la valorizzazione, il rispetto, l’integrazione delle diversità sociali nella visione epistemologica di corpo sociale articolato. Effetto neurosociale primario: acuta percezione di verità, accadimenti e fatti non ancora manifesti. Utilità professionale: chiarezza mentale nell’esercizio dell’attività professionale; capacità di cogliere all'istante la concatenazione sequenziale necessaria per svolgere una mediazione, una trattativa o un’analisi; capacità di razionalizzare e concatenare i singoli eventi della trattativa o dell’analisi e darne una spiegazione logica, strutturata e completa sotto ogni aspetto umano e tecnico.

Empatia. Aspetti antropologici e sociologici: intensificata fortemente dalla pratica neuromeditativa, l’empatia è antropologicamente conoscenza degli altri quale conseguenza della conoscenza di se stessi e, quindi, carica di comprensione, tolleranza, generosità, amore gratuito, compassione. Dal punto di vista sociologico l’istanza maggiore dell’empatia è quella di essere considerata una virtù sociale, capace di creare legami profondi e duraturi nella società, nei corpi intermedi e nelle relazioni familiari e interpersonali. Effetto neurosociale primario: conoscenza integrale della mente altrui. Utilità professionale: capacità di scandagliare a fondo mente e comportamenti degli interlocutori; abilità di dialogo, di intessere relazioni, capacità di far parlare le persone; talento nel tracciare panoramiche emotive-cognitive certe, valide, estremamente dettagliate.  

Penetrazione. Aspetti antropologici e sociologici: la qualità della penetrazione (punna nella dizione buddhista theravada della lingua pali), sviluppata con le tecniche neuromeditative, da un punto di vista antropologico può essere definita come l’unificazione completa dell’intuizione e dell’empatia proiettata verso l’analisi ad extra. Sociologicamente rappresenta una qualità capace di generare atti di osservazione sostanziali, i quali ci permettono di cogliere per mezzo di un profondo screening situazioni e realtà personali, ambientali e sociali. Effetto neurosociale primario: visione profonda e completa delle cose. Utilità professionale: visualizzazione globale degli avvenimenti e dei problemi inerenti il caso; capacità analitica intrinseca di ogni minimo risvolto del caso; capacità di capire e spiegare le intenzioni razionali e le pulsioni emotive che hanno generato nell’investitore l’acquisto, la vendita, la diversificazione di prodotti finanziari.

Consapevolezza. Aspetti antropologici e sociologici: la qualità della consapevolezza neuromeditativa non è altro che la pratica antropologica del hic et nunc, del qui e ora, in grado di collegare per mezzo di un filo aureo la comune cultura filosofica sperimentale e metastorica, che partendo dalla metafisica greca classica approda nella tradizione arya hindu e buddhista delle origini. I risvolti sociologici della consapevolezza vertono sul fatto che l’abituale distacco da se stessi e l’immersione totale nella realtà presente, rende le persone proiettate fuori dall’asse del proprio Io per vivere pienamente la nuova dimensione del “noi”, dell’“altro”, della “comunità”, andando a perfezionare in modo pieno quella “compassione”, quella scelta di altruismo già edificata dalla qualità dell’empatia. Effetto neurosociale primario: vacuum state ossia stato di vuoto mentale. Utilità professionale: capacità di non legarsi egoicamente al proprio lavoro; capacità di agire in terza persona e di mettersi in feedback con i colleghi; capacità di distacco totale dal proprio “ruolo” nel corso di una trattativa, di un’indagine, di un’analisi, di una mediazione o di un’operazione finanziaria svolte in team.

Con questa esposizione sintetica e completa, siamo certi di essere riusciti a chiarire agli operatori del settore economico-finanziario la possibilità di valutare il perfezionamento della loro qualità professionale, attraverso un percorso di ottimizzazione proposto loro dal sociologo clinico. “Qualità professionale”, a nostro modesto avviso, rigorosamente necessaria per creare una nuova generazione di professionisti degli Investimenti dotata del target di eccellenza, infallibilità e, soprattutto, successo. 

René Manusardi, Sociologo clinico neuromeditativo
Professore Titolare di Sociologia clinica e Socioterapia
c/o Università Popolare UNISED, Università Internazionale
di Scienze della Sicurezza e della Difesa Sociale

email: renato.manusardi@gmail.com
Tel.: (+39) 338 4703 573

© by René Manusardi
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