di Marco Consoli
Quotidiano LA STAMPA, TECNOLOGIA
Sotto accusa il progetto Ue che mira a costruire una simulazione informatica del cervello umano: sarebbe impossibile da realizzare
Sono oltre seicento gli scienziati, ricercatori e professori di ogni parte d’Europa ad avere firmato finora un appello online per bloccare o quanto meno riesaminare profondamente lo Human Brain Project, il progetto finanziato dall’Unione Europea che ha come scopo quello di costruire una simulazione informatica del cervello umano per cercare di capirne il funzionamento e portare benefici ad esempio nella ricerca di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Ma le prospettive di questo progetto decennale scelto come una delle linee guida della ricerca scientifica europea, a dire degli scienziati firmatari, sono assolutamente irrealizzabili e quindi i fondi ad esso destinati, pari a un totale di 1,2 miliardi di euro di soldi pubblici, sarebbero del tutto sprecati. Inoltre non tutti gli scienziati hanno una visione condivisa sul funzionamento del cervello e, come sempre capita quando si sceglie di perseguire una strada, tutte le altre vengono lasciate ai margini.
Nonostante questo, sono centinaia gli scienziati di oltre cento istituzioni appartenenti a 24 Paesi ad essere coinvolti in questa ricerca (che ricorda l’analoga BRAIN Initiative del Governo americano da tre miliardi di dollari per mappare i neuroni del cervello umano, appena partita) e tra questi compaiono anche diversi italiani: tra gli altri l’Università di Firenze, il Politecnico di Torino, l’Università di Pavia e il Consorzio Interuniversitario CINECA di Bologna. Ma la lettera aperta invita tutti i neuroscienziati a ritirare la loro adesione e a non partecipare a nessun progetto collegato, se il processo di revisione economica e scientifica, affidato a un giudizio imparziale, non permetterà di riformare dalle fondamenta l’intero programma.
Di fronte a un così ampio numero di firmatari la risposta dei responsabili dello Human Brain Project, diretto dallo scienziato Henry Markram, non si è fatta attendere: in una lunga lettera si analizzano punto per punto le obiezioni e si tenta di fare chiarezza sugli scopi principali di questa costosa operazione internazionale, rimarcando il fatto che oltre all’idea di creare una simulazione del cervello, per quanto ancora distante dall’oggetto reale della ricerca, uno degli scopi principali è quello, mai tentato prima, di aggregare una grandissima quantità di dati dei pazienti, in modo tale da creare un database che permetterà una collaborazione interdisciplinare utile a svelare il mistero che ancora avvolge il sistema operativo dell’essere umano.
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