venerdì 25 luglio 2014

La Consapevolezza aiuta a mantenere sana la mente


Foto: ©photoxpress.com/Bergé
a cura di [lm&sdp]
   La cosiddetta meditazione “Mindfulness”, o Consapevolezza, è stata rivisitata da un team di esperti che ne conferma scientificamente l’efficacia nel mantenere o ritrovare il benessere mentale e, infine, anche fisico e migliorare la qualità della vita. 

   Pubblicato sull’ultimo numero di Frontiers in Human Neuroscience, è il lavoro degli esperti del Brigham and Women’s Hospital (BWH) di Boston (Usa) in cui si propone un nuovo modello che cambia il modo di vedere e approcciarsi alla Mindfulness, o Consapevolezza. 

   La Mindfulness, è una forma semplice di meditazione che intende far diventare padroni del momento in cui si vive (quello presente) e, pertanto, della propria vita. 

   La Consapevolezza, così come spesso interpretata, si ritiene limitata a una sola dimensione della conoscenza. Al contrario, gli scienziati del BHW hanno dimostrato che la Consapevolezza implica in realtà un ampio quadro di complessi meccanismi del cervello, supportando la tecnica e i suoi effetti con la scienza. 

   Si è così dimostrato come il raggiungimento della Consapevolezza attraverso la meditazione abbia aiutato le persone a mantenere in salute la propria mente. Costoro sono in grado di controllare emozioni e pensieri negativi come il desiderio, la rabbia e l’ansia. Per converso sono in grado di incoraggiare disposizioni maggiormente positive come la compassione, l’empatia e il perdono. 

  La Mindfulness dunque funziona – e lo provano ormai numerosi studi e i molti manuali usciti a opera di diversi esperti. Tuttavia, come funzioni esattamente è ancora un mistero, anche per gli scienziati. 

   Questo nuovo modello è stato recentemente presentato a Sua Santità il Dalai Lama durante un incontro privato. Lavoro che prendeva il titolo di: “Mind and Life XXIV: Latest Findings in Contemplative Neuroscience”. 

   In questo innovativo lavoro, i ricercatori hanno identificato una serie di funzioni cognitive che sono attive nel cervello durante la pratica della Consapevolezza. Sebbene, come detto, non si sappia ancora spiegare il perché di questo fenomeno, dette funzioni cognitive aiutano la persona a sviluppare la consapevolezza di sé, l’auto-regolamentazione e l’auto-trascendenza (S-ART), che costituiscono il quadro di trasformazione per il processo di Consapevolezza. 

   In questo quadro di meccanismi scientificamente accertati, i ricercatori sono stati capaci di evidenziare 6 processi neuropsicologici, o meccanismi attivi nel cervello durante la pratica della Consapevolezza e che supportano il processo S-ART. 

   I processi iniziano partendo dall’intenzione e la motivazione a voler raggiungere la Consapevolezza, seguita da una presa di coscienza delle proprie cattive abitudini. Una volta che questi processi sono fissati, la persona può iniziare a controllare se stesso e le proprie emozioni. In particolare la persona riesce a essere meno reattiva emotivamente e recuperare più velocemente dai possibili turbamenti conseguenti alle emozioni negative. 

   Attraverso la pratica continua – spiega nella nota BHW il principale autore dello studio, dottor David Vago – la persona può sviluppare una distanza psicologica da ogni pensiero negativo e può inibire gli impulsi naturali che costantemente alimentano le cattive abitudini. Il risultato della pratica è un nuovo Sé con una nuova abilità multidimensionale regolata per ridurre distorsioni nella propria esperienza interna ed esterna e sostenere una mente sana». 

   Ecco pertanto ancora una prova che la meditazione nelle sue varie forme, e anche in questa nuova e semplice metodica, può essere davvero utile per la salute della mente e una migliore qualità della vita. 

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