Pizzo d'Uccello (Alpi Apuane)
Numerosi pellegrinaggi hanno come meta i monti e le loro sommità.
Attorno al Kailash, nell’estremo ovest del Tibet, uno dei luoghi più sacri al mondo – è infatti la montagna sacra per buddhisti, induisti e jainisti – ogni anno migliaia di fedeli effettuano il kora, un itinerario circolare. Durante la circumambulazione, che dura in media tre giorni, i pellegrini sostano nelle grotte di meditazione dei grandi yogi.
I più antichi pellegrinaggi cinesi sono quelli taoistici e avevano come meta le montagne. Ancora oggi i Monti sacri della Cina assumono una particolare rilevanza fra i diversi culti praticati nel paese. Per i buddhisti il pellegrinaggio costituisce un cammino verso l’illuminazione.
Nella Prefettura di Wakayama, in Giappone, il Monte Koya custodisce un complesso monastico eretto nell´816 dal monaco buddhista Kobodaishi. È una delle mete di pellegrinaggio più antiche. Sui rilievi di questa penisola è ancora possibile incontrare gli Yamabushi, asceti che da secoli si sottopongono a dure prove fisiche.
Gli aborigeni Anangu vivono da millenni intorno all’Uluru, un’imponente formazione di arenaria che improvvisante si impenna nel piatto deserto australiano. Tuttora è teatro di cerimonie segrete. Una montagna sacra, che però rivela la sua essenza solo alle popolazioni che la venerano.
Il Monte Qaf, simbolo del misticismo musulmano, è presentato nel Corano come un luogo che non è possibile raggiungere né via terra né via mare. Definito come Monte della Saggezza o della Felicità, abita anche le pagine delle “Mille e una notte”. La sua sommità è verde smeraldo.
Nelle pagine bibliche la montagna incombe: l’Ararat di Noè, il Moriah, dove Abramo conduce il figlio Isacco per sacrificarlo secondo l’ordine divino, il Sinai e il Nebo di Mosè, il Carmelo, residenza del profeta Elia. Anche nella vita di Gesù occupa un posto importante: sul monte delle Beatitudini pronuncia il Discorso della montagna, sul Jebel Qarantal lotta contro le tentazioni, sul Tabor avviene la Trasfigurazione, sul Golgota affronta il calvario. E infine il monte degli Ulivi, che con l’ascensione sigla la congiunzione tra terra e cielo.
Sulle vette la divinità fa ascoltare la sua voce.
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