venerdì 18 novembre 2016

Quando il benessere entra in azienda: 5 casi virtuosi italiani


Un lavoratore equilibrato, soddisfatto e sano è un lavoratore che produce di più. E questo, gli imprenditori lo sanno



 Se sempre più aziende manifestano interesse nei confronti della salute dei loro dipendenti, un motivo ci sarà. A fare scuola sono state le grandi multinazionali americane come Google dove, da molto tempo ormai, il welfare aziendale (inteso come insieme di benefit e servizi tesi a migliorare e agevolare la vita dei dipendenti) funziona a pieno regime. E’ una tendenza che sta prendendo piede anche da noi, su iniziativa di alcuni imprenditori “illuminati”che hanno scoperto l’importanza di avere, alle loro dipendenze, lavoratori in forma e in salute. Che garantiscono prestazioni professionali più elevate. Quando il benessere entra in azienda, i risultati non possono che essere soddisfacenti. Come dimostra questa breve rassegna di 5 casi virtuosi italiani.

 Parliamoci chiaro: spronare un lavoratore a mangiare sano o a prendersi cura della sua salute psico-fisica non è – solo – roba da filantropi o da salutisti. Ma da imprenditori avveduti, che comprendono la convenienza di scommettere su risorse che stanno e vivono bene. Il lavoratore che ha la possibilità di allenarsi nella palestra dell’azienda o di seguire un corretto regime alimentare, quando va a mensa con i colleghi, è un lavoratore destinato a stare meglio col proprio corpo e con la propria mente. E che, tornato a sedersi alla scrivania, è portato a produrre di più. A tutto beneficio della “salute” dell’azienda i cui profitti non possono che salire. Ma quali sono le aziende che, in Italia, hanno deciso di puntare sul benessere dei loro dipendenti?

Cinque aziende che curano il benessere dei lavoratori

 #1. La Sas di Milano è un’azienda specializzata nello sviluppo di tecnologie informatiche e di software il cui management ha (ben)pensato di promuovere un progetto che prevede la sponsorizzazione di “sane abitudini”. Che prevede l’utilizzo della palestra aziendale (con attrezzature studiate per correggere la postura dei dipendenti che restano troppo a lungo seduti al loro desk) e la possibilità di consultare un nutrizionista (dietro un contributo di 60 euro all’anno) in grado di istruire sulla dieta da seguire per recuperare il peso forma e sentirsi meglio.

 #2. E non poteva certo essere il gruppo Technogym (con sede a Cesena) – leader nel settore del fitness e del wellness – a dimostrare indifferenza nei confronti dei suoi dipendenti. Che hanno, infatti, la possibilità di frequentare un vero e proprio centro benessere (attrezzato di tutto punto) con tanto di consulenti e personal trainer a loro completa disposizione. Non solo: l’azienda è fermamente convinta che la salute (e la produttività) dei suoi lavoratori passi anche da quello che mangiano e propone menu aziendali realizzati con cibi freschi e sani, poveri di sale e di grassi saturi.

 #3. C’è poi la nuova sede dell’American Express di Roma (inaugurata poco più di un anno fa) che si è fatta notare da subito. Perché? Perché accoglie i suoi dipendenti in una struttura avveniristica studiata per favorire la loro socializzazione e collaborazione: le aree attrezzate di divani o di tavoli dove è possibile organizzare mini riunioni non mancano. Così come non manca la palestra aziendale dove i dipendenti possono “scaricarsi”, a conclusione di una giornata di lavoro, dedicando un po’ di tempo alla cura di loro stessi.

 #4. Il benessere è entrato anche nell’azienda farmaceutica Eli Lilly di Sesto Fiorentino, specializzata nella produzione di insulina (e non solo). Dopo un periodo di grande difficoltà (durante il quale ha rischiato di chiudere i battenti, per via della crisi), l’azienda ha recuperato alla grande imponendosi come vero e proprio modello di ricerca e di produzione in tutto il mondo. Non solo: la Ely Lilly ha anche ricevuto un importante riconoscimento come azienda “women friendly”, attenta a valorizzare tanto i talenti maschili quanto quelli femminili. Che possono, tra l’altro, usufruire di una palestra aziendale per allenare i muscoli del corpo e della mente.

 #5. E non potevamo non chiudere con il caso della Fernet Branca, la storica distilleria di Milano che ha portato lo yoga in azienda. A volerlo è stato il presidente ed amministratore delegato, Niccolò Branca, che pratica da anni la meditazione. “Ho ritenuto importante offrire a tutti i dipendenti della Fratelli Branca Distillerie l’opportunità di partecipare a un programma annuale di training basato su strumenti di Yoga Coaching – ha detto – Il fine ultimo è quello di supportarli nella gestione quotidiana delle sfide legate al proprio ruolo professionale e alla vita privata”. Ma come lo yoga può accrescere il benessere dei lavoratori? “In una società complessa come la nostra – ha spiegato Niccolò Branca – la sfida sta proprio nel riuscire ad applicare la consapevolezza, sviluppata grazie alla meditazione, per creare un profitto che abbia come suo fondamento e corollario la felicità e il miglioramento delle condizioni di vita di tutte le persone coinvolte nel processo produttivo”. In pratica: la meditazione, che accresce la consapevolezza, rende i lavoratori più felici, equilibrati, focalizzati su se stessi e dunque produttivi.

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