martedì 22 novembre 2016

Gli scienziati possono cancellare paure specifiche dal cervello


La paura è un'emozione difficile da valicare, ma una squadra di ricercatori potrebbe aver appena inventato il modo per vincere la paura.


 La paura è un'emozione notoriamente difficile da superare, ma un team di ricercatori potrebbe aver appena inventato il collegamento perfetto per vincere la paura, senza mai doverla affrontare. Manipolando l'attività cerebrale di un gruppo di partecipanti, gli scienziati sono stati in grado di creare e poi cancellare una risposta di paura condizionata, senza che i loro soggetti fossero consapevoli di ciò che stava accadendo. Allo stato attuale, l'unico modo sicuro per superare le proprie fobie, ansie, trepidazioni è quello di affrontarli a testa alta. Quando ha successo, questo approccio può essere un'esperienza esaltante, ma può anche causare una grande quantità di disagio.

 Tuttavia, utilizzando una tecnica chiamata neurofeedback, i ricercatori sono riusciti a bypassare tutta questa sgradevolezza, eliminando paure specifiche utilizzando la potenza delle neuroscienze. In primo luogo, hanno inserito una risposta di paura condizionata in 17 volontari sottoponendo loro a scosse elettriche scomode ma tollerabili ogni volta che vedevano una particolare immagine su uno schermo. Si sono concentrati sulle regioni cerebrali come l'amigdala e la corteccia prefrontale ventrocentrale, entrambe le quali sono fortemente coinvolte nella codifica di ricordi di paura. Lo studio ha rivelato come questo approccio ha permesso loro di identificare i modelli specifici di attività cerebrale che corrispondeva a questa paura appena condizionata. Hanno quindi impostato di cercare di cancellarlo sovrascrivendo questi schemi neurali.

I risultati dello studio sulla paura

 I ricercatori hanno poi mostrato i risultati ai loro soggetti e gli stimoli visivi che erano stati precedentemente associati con le scosse elettriche, ed hanno scoperto che i modelli di paura connessi all'attività cerebrale non erano più presenti. "Questo significava che saremmo stati in grado di ridurre la sensazione di paura ai volontari non consapevoli di questa sperimentazione", dice il dottore Koizumi,scienziato co-autore del progetto. 

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