di LM&SDP
Cure reali per la demenza ancora non si conoscono. Tuttavia esistono alcuni semplici metodi per migliorare le condizioni delle persone affette da questa patologia.
Spesso tali individui soffrono di depressione, oltre che di declino delle capacità fisiche e mentali. Tuttavia, l’esercizio fisico contribuirebbe a migliorare il benessere piscologico, mentale e fisico.
A suggerirlo sono stati gli scienziati della Teesside University che hanno elaborato un programma che combina attività cognitive a elementi di yoga, Tai chi, Qi-gong e meditazione per pazienti affetti da demenza. Questo programma di esercizi “olistici” che si focalizza sia su corpo che mente, sembra essere in grado di migliorare la qualità della vita di questo tipo di pazienti.
Lo studio, condotto in collaborazione con la UK Alzheimer’s Society, ha utilizzato un programma che è stato denominato “Happy Antics”. Si tratta sostanzialmente di esercizi che integrano i movimenti fisici insieme ad attività che coinvolgono il piano emozionale, l’intelletto e la spiritualità.
Si inizia con un breve esercizio cognitivo incentrato sulla foto di un oggetto e la relativa spiegazione da parte degli istruttori. I partecipanti dovevano poi parlare di tale oggetto e porre tutte le domande del caso. Terminata la prima parte del programma, si passava alla seconda fase dedicata al corpo. Quindi danza, Tai chi, yoga, Qi-gong eccetera.
Al termine si eseguivano esercizi di meditazione guidata, associati a quelli di respirazione.
Per la ricerca sono stati coinvolti quindici partecipanti di età compresa fra i 52 e gli 86 anni.
Tutte le persone coinvolte erano molto contenti di partecipare e si sono sentiti sostenuti anche dal punto di vista sociale. Molti accusavano meno dolori e asserivano di sentirsi molto più rilassati.
«Quando l’approccio benessere è applicato all’esercizio, l’esercizio olistico si sforza di incoraggiare le persone, non solo a partecipare alle attività fisiche, ma anche di prendere coscienza dei propri stati fisici e psicologici, e a eseguire l’esercizio che ritengono più mirato e significativo per loro», spiega Yvonne J-Lyn Khoo dell’Istituto di Sanità e Sociale della Teesside University.
Al termine dello studio i partecipanti hanno riferito di essere stati molto soddisfatti delle sessioni svolte; di aver migliorato la loro memoria e i movimenti associati alla musica.
«Le osservazioni durante la sesta sessione hanno mostrato che anche se le persone con demenza non riuscivano a ricordare quello che era accaduto durante le sessioni precedenti, 6 persone affette da demenza che hanno partecipato alle sessioni di allenamento olistico potevano anticipare i movimenti fisici associati alla musica specifica, e tre persone con demenza sono state in grado per ricordare la sequenza dei movimenti fisici», sottolinea la dott.ssa Khoo.
Il programma Happy Antics ha incluso la partecipazione dei caregivers – ovvero dei familiari che generalmente si prendono cura del malato. Anche la presenza di tali persone sembra aver influito positivamente sul risultato della sessione.
«Questo suggerisce che la partecipazione all’esercizio olistico può offrire qualche sollievo degli oneri anche per i caregivers che devono affrontare molte sfide nel fornire assistenza per i pazienti con demenza, tra cui disagio fisico e psicologico», aggiunge Khoo.
«Il programma Happy Antics è stato in grado di stimolare e coinvolgere le persone con demenza nell’esercizio, così come fornire un ambiente di apprendimento sociale e offrire potenziali benefici psicologici», ha concluso la dott.ssa Khoo.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Bodywork and Movement Therapies.
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